CLAUDIO LORENZONI

Direttore Creativo Progetti Residenze Aritistiche

Claudio Lorenzoni

Claudio Lorenzoni, nasce a Torino nel 1974.
Cresce artisticamente nello studio di Mattia Moreni. Dal 2006 espone in mostre personali e collettive, partecipando ad eventi nazionali e internazionali.
È ideatore e curatore del MCA Museo a Cielo Aperto di Camo (CN) e direttore creativo e artistico della Residenza Creativa Il Purgatorio di Somano (CN)."

Raccogliere pezzetti di vita e materiali, anche molto lontani fra loro, per poi ri-assemblarli e farli vivere in una storia nuova, inedita.
Una breve descrizione del suo lavoro.
Ho sempre avuto molte difficoltà a descrivere il mio lavoro. A volte non so dargli neanche un significato. Spesso mi fido di un’idea, di una soffiata dall’al di là ma la comprendo davvero solo più avanti. Di certo so che questi elementi hanno qualcosa di veramente vitale e dal quando avverto tale sensazione non posso poi far altro che andare avanti. A guidare lo sviluppo di un’idea è sempre una certa processualità, anche se, alle volte, alcune di queste idee hanno bisogno di anni prima di emergere nel lavoro. Nella maggior parte dei casi tutto ciò avviene in casa, nel mio studio, dove materiali e cose diventano familiari per poi tramutarsi in ciò che entra nei miei quadri. A volte creo direttamente per strada, con le cose che trovo. Con quelle che stacco dai muri. La mia ricerca è una metafora della vita e una riflessione sulla nostra era.

Riportiamo il testo critico di Federica Jourdan che descrive bene cosa si prova davanti ad un’opera di Claudio Lorenzoni ( Jimmy Rivoltella)
“Il Barattolo di Neve – Federica Jourdan”

Una delle cose che, da sempre, mi incanta è la tecnica del collage: mi piace quella sensazione di “storia sospesa” tipica di questa tecnica che, fondamentalmente, raccoglie pezzetti di vita e materiali, anche molto lontani fra loro, per poi riassemblarli e farli vivere in una storia nuova, inedita. Il talento di chi fa un buon collage, secondo me, sta nel saper scrivere per immagini.
Beh! Qualche mese fa ho avuto la fortuna di vedere le opere di qualcuno che non solo ha saputo scrivere, ma ha addirittura composto piccole poesie. Jimmy Rivoltella è il nome di questo artista: fa collages di svariate dimensioni, ma quelli che in assoluto preferisco sono quadrati, piccoli piccoli e mi piacciono perché in quello spazio, che si è costretti a osservare da vicino, racchiudono tutto un mondo: fragile, crudo e crudele, passato, ma al contempo proteso al futuro; raccontano di guerra, amore, fanciullezza, scienza, umanità, tante piccole storie che mi incuriosiscono.
… E la mia mente vaga nel chiedersi cosa può esser successo un secondo prima ed un secondo dopo a quell’attimo di poesia ormai cristallizzato.
… E mi viene anche un po’ di magone nostalgico, per capirci: lo stesso che sovviene quando, inaspettatamente, ci si ritrova fra le mani una foto di se stessi, bambini.



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